ECCO COME NASCONO LE NOSTRE CUVÉE

Arturo Ziliani, enologo della Guido Berlucchi: “E’ come comporre una sinfonia”

Marzo 25, 2014

“Un mio vecchio e preparato docente di enologia a Montpellier usava ripeterci che assemblare una cuvée è come comporre una sinfonia”.
A parlare è Arturo Ziliani, enologo, vicepresidente della Guido Berlucchi in Franciacorta, che continua: “trent’anni dopo, quegli insegnamenti mi sembrano quanto mai attuali”.

Ziliani è l’enologo di casa Berlucchi dal 1988, inizialmente accanto al padre Franco (l’ideatore nel 1961 del primo Franciacorta, ndr), e nell’ultimo ventennio come responsabile unico del settore produttivo.
La Guido Berlucchi crea quattro linee di Franciacorta DOCG, vini con identità gustative molto “personali”, riconoscibili: l’assemblaggio dei vini base Chardonnay, che apporta finezza ed eleganza, e Pinot Nero, cui si devono corpo e “potenza”, deve rispettare le identità dei singoli prodotti.

“Con il termine cuvée intendiamo l’unione di vini fermi – nati da uve diverse, coltivate in diversi vigneti, spesso provenienti da diverse annate – che, grazie all’aggiunta di zucchero di canna e lieviti selezionati, darà origine alla presa di spuma, un prodigio in bottiglia che sublima la bontà originaria delle basi per rivelare, dopo molti mesi, un vino completamente nuovo: il Franciacorta”.

Prosegue Ziliani: “Il punto di partenza sono le 150 basi a nostra disposizione, provenienti da 600 ettari vitati in Franciacorta. Dal mese di dicembre, il panel interno di degustatori inizia gli assaggi dei vini base, conservati in acciaio e in barrique, ne valuta le caratteristiche e definisce gli assemblaggi. È un compito impegnativo e appassionante: proprio come comporre una sinfonia!”.

Anche i vini di riserva possono entrare in questo melange: aiutano infatti la continuità gustativa del Franciacorta. “Per Cuvée Imperiale Brut, il Berlucchi più noto e diffuso, assembliamo un centinaio di basi, con un 10 per cento circa di riserve provenienti da annate precedenti. Invece, per comporre i Palazzo Lana, i nostri Franciacorta Riserva, bastano quattro, massimo sei basi”.

Fino a metà marzo, Ziliani e i suoi collaboratori sono stati impegnati negli assaggi; da aprile inizia l’imbottigliamento, il “tirage”, dei Franciacorta 2012. Tra due anni almeno, i primi brindisi con l’ultima vendemmia. “Fino ad allora, sarà una sorpresa, perché la natura rende ogni annata irripetibile, e così i suoi vini”.

Arturo Ziliani, enologo Berlucchi