Il Franciacorta Rosé è una delle tipologie ufficiali di Franciacorta Docg, insieme alla versione Satèn, al Millesimato e alla Riserva. Negli ultimi anni, la sua popolarità è cresciuta, non solo per la sua caratteristica colorazione, che colpisce e incanta, bensì per un livello altissimo di qualità, raggiunto grazie ad un preciso rigore produttivo.
Per ottenere un Franciacorta Rosé, il disciplinare ammette fino ad un 65% di Chardonnay, un 50% massimo di Pinot Bianco, un 10% massimo di Erbamat, ai quali si contrappone un 35% minimo di Pinot Nero. Ed è proprio quest’ultimo uvaggio a rappresentare l’anima di questa tipologia di Franciacorta.
Alternativa meno tecnica e più poetica:
L’anima del Franciacorta Rosé è il Pinot Nero, croce e delizia di tutti gli enologi. Un vitigno complesso, che necessita cura e attenzione costanti. Una varietà che regala aromi intensi, un vigore importante e una colorazione da molteplici sfumature.
Un vino che ha origini piuttosto recenti, infatti, fu proprio Berlucchi il primo in Italia a produrre il primo Metodo Classico rosato, nel 1962. Mettere link Max Rosé
Un primo passo che ha lasciato il segno.
Negli anni il suo successo è stato un crescendo, al punto da renderlo molto popolare tra i consumatori che ricercano una tipologia di Franciacorta che soddisfa il palato e i sensi.
Il Franciacorta Rosé ha delle caratteristiche ben specifiche, anche a livello produttivo:
Per quanto riguarda i Rosé di Berlucchi, esistono tre linee diverse:
Le tre versioni si differenziano non solo nella scelta delle uve di provenienza, ma anche nel processo di vinificazione dei vini base, nelle tempistiche di affinamento sui lieviti e nel dosaggio.
Tre espressioni diverse accomunate da uno stile inconfondibile, caratterizzate da un grande equilibrio gustativo e da una complessità aromatica persistente.
Nel caso specifico del Franciacorta Nature Rosé, possiamo ritrovare “tutti i colori del Pinot Nero” poiché proviene da tre diverse “varianti” di questo nobile vitigno, vinificate in bianco, in rosato e in rosso.
La vinificazione in bianco avviene utilizzando presse a piano inclinato, tali presse sono concepite per la pressatura soffice, lenta e graduale di uva intera con immediata separazione del succo.
Nella vinificazione in rosato, le uve vengono convogliate in speciali presse chiuse dove vi rimangono in infusione a freddo di circa 24 ore e successivamente pigiate in maniera soffice. In queste condizioni di assenza di ossigeno e freddo il colore che risiede nella buccia migra nel succo donandoci dei mosti con una colorazione rosa intenso brillante.
I mosti provenienti da queste due vinificazioni sono stati subito raffreddati a 10 °C e riposti in piccoli serbatoi, dove hanno riposato una notte per una perfetta decantazione, al termine della quale si presentavano perfettamente limpidi, puri.
La vinificazione in rosso, in ultimo, è stata condotta con accurata cernita delle uve, separazione del raspo e controllo accurato della temperatura: circa 10° C nei primi 2 giorni di infusione per enfatizzare aromi fruttati per poi innalzarla naturalmente a 24° C durante la fermentazione alcolica con permanenza sulle bucce per i successivi 5 giorni al fine di ottimizzare l’estrazione del colore rosso rubino del vino ottenuto dopo la svinatura.
Il sapiente assemblaggio di queste tre declinazioni del Pinot Nero crea la “quadratura del cerchio” tra acidità- morbidezza-complessità aromatica e finezza.
Il Franciacorta Rosé presenta delle note gustative ben riconoscibili, che spaziano dai piccoli frutti rossi, a note più speziate che richiamano il pepe rosa e il thè nero.
La colorazione rosata non deve trarre in inganno. Il Rosé, infatti, è tra i Franciacorta più strutturati, il che lo rende ideale per molteplici tipologie di abbinamento, non solo per l’aperitivo:
Allora come orientarsi per scegliere il Franciacorta Rosé più corretto? Grazie alle diverse tempistiche di affinamento sui lieviti, è possibile scegliere tra differenti tipologie di Rosé, dai multivintage ai millesimati, fino ad arrivare alle Riserve.
Quello di Berlucchi fu il primo rosé Metodo Classico italiano. Era il 1962 e, in quell’anno, un pezzo di storia della spumantistica italiana fu scritto proprio a Borgonato, tra le dolci colline di questo borgo franciacortino. Un rosé fatto su misura per Massimiliano Imbert, antiquario milanese amico di Guido Berlucchi. Imbert, cultore delle bollicine d’Oltralpe, desiderava un metodo classico rosato in linea con il suo palato sopraffino: il Max Rosé fu la risposta.
Un sapere costruito in oltre 60 anni di esperienza ha permesso all’azienda franciacortina di affinare sempre di più metodo e cura per raggiungere la migliore espressione della qualità, a partire dalla selezione delle uve, fino ad arrivare alle tecniche di vinificazione adottate in cantina.
Scegliere un Franciacorta Rosé di significa immergersi in un capitolo significativo della storia enologica italiana. È scegliere il frutto di una competenza maturata nel tempo, dedicata alla creazione di un rosato d’eccellenza, significa portare a tavola solo il meglio della qualità, ovvero l’eccellenza.
Scopri tutti i Franciacorta della cantina Berlucchi.